10 Ottobre 2024

Una parete tutta per sé:  l’alpinismo al femminile raccontato da Linda Cottino

Che cosa spingeva una signora dell’alta società a uscire dal recinto domestico-familiare assegnatole per avventurarsi nel duro ambiente alpino, per misurarsi con il ghiaccio e le pareti di roccia, per inoltrarsi sui passi d’alta quota e fin sulle cime delle Alpi?
25 Settembre 2024

Storia di una linea bianca

Da oggi in libreria Storia di una linea bianca di Alessandro Cattunar, con le illustrazioni di Elena Guglielmotti. Storia di una linea bianca racconta attraverso memorie e immagini la storia di quella linea tracciata a Gorizia nel settembre 1947. Un tratto bianco che ha diviso in due la città, la storia di una terra segnata dalla convivenza tra popoli e culture diverse. Una riflessione su quanto sia difficile scegliere da che parte stare, rinunciando a una parte di sé.
17 Settembre 2024

Ho acciuffato il mio primo nazista

«Schulz ha l’occhio acuto e sintetico del grande reporter, capace di riassumere un mondo in pochi particolari. A quello spaesamento, gli adulti cresciuti in un mondo scomparso reagivano con apatia o rassegnazione, deprimendosi, bevendo. Gli adolescenti – catapultati in un sistema economico che sono stati indottrinati a odiare, in una nazione che li considera cittadini di serie B – reagivano con rabbia». Vincenzo Latronico, Tuttolibri
16 Settembre 2024

Gli innamorati di piazza Oberdan – una recensione di Nicole Passante

“Gli innamorati di piazza Oberdan” é il primo romanzo storico di Christian Klinger. Il protagonista é Giuseppe Robusti, detto Pino, il quale é un giovane come tanti altri, pieno di sogni, curiosità e progetti per il futuro. Suo padre Vittorio vorrebbe che il figlio studiasse giurisprudenza come ha fatto lui, ma il ragazzo falsificando la firma dei genitori si iscrive ad architettura perché quello era ciò che voleva. Un giorno incontra Laura Mulli, una ragazza buona e dolce, figlia di un ferroviere
6 Settembre 2024

“L’uomo che parlava alle statue” una recensione di Matteo Pegoraro

«A prescindere dall’angolo di visione che uno sceglie – per valori, motivazioni, costume o ascendenze famigliari, bisogna ammettere che i triestini possiedono un pregio straordinario: nessuno sa riempire le piazze come loro». È questa la frase con cui Roberto Weber comincia il suo romanzo “L’uomo che parlava alle statue” e, con lei, un viaggio nella Trieste del secolo scorso.