19 Marzo 2024

Figlio di papà: la voce originale di Dino Pešut

"Figlio di papà", romanzo potente di Dino Pešut, tradotto da Sara Latorre, racconta di un trentenne originario di una cittadina di provincia che, dopo il tentativo fallito di stabilirsi a Berlino, trascorre le sue giornate lavorando come receptionist in un hotel di Zagabria, in bilico tra la propria disperazione, un ricco amante, una cartellina piena di poesie inedite e la malattia del padre.
24 Gennaio 2024

Il predatore, un noir sulle nostre paure più profonde

“Il predatore” - romanzo d’esordio di Marco Niro, uno dei membri del collettivo di scrittura Tersite Rossi – è un noir avvincente che indaga la difficile relazione fra l’uomo e gli animali selvatici, fra l’orso e i cittadini di una comunità, fra la sete di potere e la fragilità degli esseri umani. “Il predatore” è ambientato in un piccolo borgo montano, dove una notte, sulla cima che sovrasta l’abitato, accade un fatto di sangue orribile, una strage destinata a sconvolgere per sempre la vita del paese.
9 Gennaio 2024

Premio Nonino a Angelo Floramo!

Angelo Floramo vince il PREMIO NONINO RISIT D’AUR/BARBATELLA D’ORO 2024 assieme alla Cooperativa INSIEME ‘Frutti di Pace'. La Giuria del Premio Nonino ha scritto: "Angelo Floramo, accademico, storico, medievalista e consulente scientifico della Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli è, come ama definirsi, “figlio della frontiera”.
16 Novembre 2023

Avventura, segreti, destino: Radoslav Petković

Approdiamo in libreria con "Il destino che mi portò a Trieste", dello scrittore serbo Radoslav Petković, tradotto per i lettori italiani da Rosalba Molesi. Incontriamo Pavel Volkov, giovane tenente della marina imperiale russa, mentre parte per un viaggio avventuroso che lo porta dal Baltico al Mediterraneo, da Corfù a Trieste con una missione segreta.
3 Novembre 2023

Trieste nella storia della famiglia Kosovel/Weber

Il 17 ottobre esce in tutte le librerie “L'uomo che parlava alle statue” di Roberto Weber. Un libro intimo che a partire da una storia famigliare, metafora della storia del Novecento, ricostruisce la complessità di una città-mondo come Trieste e delle sfaccettature che caratterizzano un territorio di confine. Il racconto torna a più riprese nel teatro di piazza Unità, nel luogo simbolo di Trieste in cui si consumano febbrilmente le passioni più brucianti, le finzioni collettive più riuscite, i momenti più drammatici.