Connessioni – Udinestate 2023
11 Luglio 2023Blokada è online, viva Blokada!
12 Luglio 2023Terre alte
Piccole esplorazioni nel catalogo di Bottega Errante
Nebbie. / E il tonfo dei sassi / dentro i canali. /
Voci d’acqua / giù dai nevai nella notte. //
Tu stendi una coperta per me / sul pagliericcio:
/ con le tue mani dure / me l’avvolgi alle spalle, lievemente, /
/ che non mi prenda / il freddo. //
Io penso / al grande mistero che vive / in te, oltre il tuo piano gesto; /
al senso / di questa nostra fratellanza umana /
/ senza parole, tra le immense rocce /dei monti. //
Antonia Pozzi
Un po’ di numeri per iniziare. Secondo il criterio adottato in Europa nel 2004 per definire le mountains areas, la montagna occupa il 40% del territorio continentale e in esso vive un quinto della popolazione, 94 milioni di persone. Venendo a noi, la cosiddetta “montagna di mezzo”, cioè le aree tra i 600 e i 1500 metri di altitudine, costituisce il 23% dell’Italia, oltre 7 milioni di ettari. Eppure, si parla sempre di margine, di zone periferiche, di aree depresse, di abbandono. Invece di stare in cima alle agende programmatiche, le terre alte non vengono mai messe al centro della discussione se non quando si registrano alluvioni, frane, ghiacciai che si ritirano o incidenti estivi degli escursionisti. Non sono mai geografie vissute come possibilità, investimento, laboratorio, ma sempre come aree poco produttive e quindi non così interessanti, con pochi bacini di voto e con problematiche complesse.
Eppure, la letteratura, che spesso è chiave di interpretazione delle cose che capitano attorno a noi, da sempre in Italia è ricchissima di storie che hanno come ambientazione la montagna, la natura, il bosco, le piccole comunità: basti pensare a Rigoni Stern, Dino Buzzati, Beppe Fenoglio, Paolo Cognetti solo per citarne alcuni.
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Erodoto 108 – numero 32
€10,00 -
Un popolo in cammino
€16,00 -
La ferrovia dello Sciliar
€17,00 -
La montagna storta
€13,00
Nel suo piccolo, Bottega Errante come casa editrice ha sempre guardato il racconto delle terre alte come uno dei fili interni che legano la collana “camera con vista”, da La montagna storta di Renzo Brollo a Gli eroi invisibili dell’Everest di Dušan Jelinčič, da I guardiani del Nanga di Gioia Battista ai libri di Michele Marziani Lo sciamano delle Alpi e La cena dei coscritti, fino a quelli di Raffaella Cargnelutti come La Pulce e altre storie della Carnia e La valle dei Ros.
E poi a un certo punto ci siamo fermati e ci siamo chiesti: perché le terre alte? Che cosa c’è dietro questa meraviglia che proviamo quando ci immergiamo in un bosco? Ed è lì che abbiamo incrociato la strada di Paolo Costa, un filosofo che lavora da anni su queste domande, che ci è parso come la persona ideale per costruire un percorso che rifletta sul senso profondo di “essere montagna”. Ne è nato L’arte dell’essenziale. Un’escursione filosofica nelle terre alte che viene presentato nei festival, in teatro, ma anche nei rifugi di montagna, nelle casere, camminando.
Facendo un passo indietro, pensiamo a L’autunno in cui tornarono i lupi di Mario Ferraguti che ci racconta che cosa ha significato il ritorno del lupo in Appennino, alla difficile convivenza fra uomo e natura e a quali sono le nostre paure più profonde di fronte all’ignoto. O, ci viene in mente, in questo piccolo viaggio alla scoperta della montagna nei nostri libri, Memorie della foresta dello scrittore Damir Karakaš che mette al centro le montagne della regione della Lika in Croazia e ne fa un romanzo di formazione, con le sue storie crude che potrebbero essere metafora di qualunque micro comunità di montagna.
Ecco, l’idea è di portare al centro queste apparenti periferie, di farne libri che profumano di bosco, di speranze, che viaggino con il ritmo dei passi.