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22 Ottobre 2024Una parete tutta per sé
L'alpinismo al femminile raccontato da Linda Cottino
Sette storie di emancipazione femminile
Da oggi in libreria Una parete tutta per sé di Linda Cottino, un libro che svela vite e imprese delle prime alpiniste donne.
Che cosa spingeva una signora dell’alta società a uscire dal recinto domestico-familiare assegnatole per avventurarsi nel duro ambiente alpino, per misurarsi con il ghiaccio e le pareti di roccia, per inoltrarsi sui passi d’alta quota e fin sulle cime delle Alpi?
Una passione indescrivibile per la montagna, per l’avventura e la fatica, per lo stare a contatto con la natura, ma soprattutto l’alpinismo delle donne diventa una dichiarazione di indipendenza, un modo di essere e di stare al mondo, una forma di femminismo implicito che permette di acquisire forza, indipendenza di giudizio, autodeterminazione. Le prime alpiniste si scrollavano così di dosso ogni genere di sottomissione e dipendenza dall’uomo, e decidevano per sé stesse. Queste alpiniste sono rimaste spesso invisibili, del tutto ignorate dalle cronache e dalla storia: questo libro ricostruisce le loro storie e la loro audacia.
“Una parete tutta per sé” racconta le vite di Meta Brevoort, la prima grande esploratrice e pioniera sulla Meije nelle Alpi del Delfinato; Marie Paillon, la prima intellettuale della montagna e tra le prime a far cordata femminile con la fortissima Kathleen Richardson; le sorelle Pigeon, con una prima al Monte Rosa; Elizabeth Aubrey Le Blond, fondatrice del Ladies’ Alpine Club.
Linda Cottino ci ha raccontato la scintilla che ha dato avvio alle ricerche per Una parete tutta per sé.
Buona lettura!
La scintilla
di Linda Cottino
La scintilla scoccò dopo essermi imbattuta nella storia, ignota ai più, delle otto alpiniste sovietiche rimaste intrappolate in una bufera a settemila metri, sotto la cima del Pik Lenin, in Pamir, nel 1974. Fu una tragedia sconvolgente: la loro morte avvenne in diretta via radio con il campo base, ma nell’Urss di allora vi fu il divieto di parlarne, e pochi furono gli alpinisti occidentali lì presenti che ne portarono testimonianza nei loro scritti. Io invece, dopo averla scoperta sul campo, mi ci appassionai, ricostruii quel che era accaduto, diedi loro voce e mi resi conto che quelle otto alpiniste non erano le uniche donne a essere sprofondate nell’oblio e che, in generale, l’alpinismo femminile aveva scarso diritto di cittadinanza. Del tutto ignorato dalle cronache ufficiali dell’alpinismo, se indagato in ottica meno univoca della conquista di cime e pareti, si rivela un interessante spaccato di storia sociale e del costume.
Si scoprono allora tante cose: che le donne, nonostante secoli di subordinazione e impossibilità di agire in proprio, iniziano a scalare le montagne non così in ritardo rispetto alla canonica data di nascita dell’alpinismo – del 1786 è la prima ascesa del Monte Bianco, del 1808 la prima femminile compiuta da Marie Paradis; che salvo eccezioni, le pioniere appartengono all’aristocrazia e alla medio-alta borghesia e che propongono un modello di donna istruita, poliglotta, intrepida viaggiatrice, dotata di ferrea volontà e del giusto grado di ambizione (qualità negata per principio alle donne); che molte hanno scritto libri, alcuni divenuti veri best seller, altri dimenticati, ma in tutti casi certamente non abbastanza diffusi da diventare patrimonio di storia comune; che grazie a loro l’abbigliamento si è evoluto – mandando in soffitta le crinoline e le gonne che al gelo e alla pioggia si trasformavano in pesantissimi scafandri, e sfidando il tabù dei pantaloni.
Insomma, chiunque abbia il desiderio e la perseveranza di affrontare gli archivi, leggere, tradurre, confrontare e annotare, non può che entusiasmarsi al tesoro di esistenze, di vicende, di segreti e di avventure che pian piano affiorano e prendono corpo e realtà. Ridare voce, fare memoria, ripristinare equilibri diventa così un imperativo categorico. Ed è proprio quel che è accaduto a me.
Il primo alpinismo delle donne è una dichiarazione di indipendenza, è un modo di essere e di stare al mondo: Meta Brevoort, la prima grande esploratrice e pioniera sulla Meije nelle Alpi del Delfinato; Marie Paillon, la prima intellettuale della montagna e tra le prime a far cordata femminile con la fortissima Kathleen Richardson; le sorelle Pigeon, con una prima al Monte Rosa; Elizabeth Aubrey Le Blond, fondatrice del Ladies’ Alpine Club. Che cosa poteva mai spingere una signora dell’alta società a uscire dal recinto domestico-familiare assegnatole per avventurarsi nel duro ambiente alpino e misurarsi con il ghiaccio e le pareti di roccia, spingendosi sui passi d’alta quota e fin sulle cime delle Alpi? Forza, audacia e ambizione erano qualità precluse alle donne. Queste alpiniste sono rimaste invisibili, del tutto ignorate dalle cronache e dalla storia: questo libro svela le loro vite e le loro imprese.
Rassegna stampa

«Mi chiamo Micheline Morin e pratico l’alpinismo perché è il regno della libertà, uno dei rari campi dell’attività umana in cui ciascuno può agire come vuole ed esprimere la sua personalità. Non che questo sia scontato per una donna; anzi, oggi appare eroico il solo fatto di voler uscire dal quadro che la società ha preordinato per lei. A me, invece, sembra del tutto naturale far vivere il mio desiderio di avventura. E sono molto fortunata, perché ho tre compagne con cui condivido questa passione e che come me sono, mi permetto di dirlo, scatenate nel voler realizzare le ascensioni più impegnative in cordata di sole donne».
- Una parete tutta per sè – Donne di Montagna intervista a Linda Cottino su Donne di Montagna del 19 novembre 2024
- Scalare le montagne e i pregiudizi un servizio di Maria Luisa Colledani su Il Sole 24 Ore del 21 novembre 2024
- “Oggi tocca divincolarsi tra disparità di genere, rischio di pinkwashing o ‘finte’ spedizioni femminili”. Linda Cottino racconta il contributo delle donne alla storia dell’alpinismo di Sofia Farina, L’Altramontagna del 21 ottobre 2024
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“Una parete tutta per sé”, un libro racconta le pioniere dell’alpinismo femminile intervista di Erika Riggi per IODonna del 21 ottobre 2024
- Linda Cottino e le magnifiche sette che vollero “una parete tutta per sé”, di Alberto Trevissoi su Il sussidiario del 20 ottobre 2024
- Sui Generis a cura di Elena Mordiglia, puntata del 18 ottobre 2024, Radio Popolare
Linda Cottino

LINDA COTTINO Giornalista e appassionata di sport di montagna, ha diretto la rivista “ALP” e collaborato con varie testate, tra cui la web tv italo-francese AlpChannel, il mensile “in movimento”, la rivista del CAI “Montagne 360”. È nella giuria del premio ITAS di letteratura di montagna e nella commissione di selezione dei film del Trento Film Festival. È editor della collana di guide Marco Polo della casa editrice EDT. Ha pubblicato Qui Elja, mi sentite?, sulla tragica spedizione di alpiniste sovietiche al Pik Lenin nel 1974; Nina devi tornare al Viso, dedicato alla prima donna in cima al Monviso; L’alpinismo è tutto un mondo, scritto con Silvia Metzeltin (premio Gambrinus Mazzotti 2022 e premio speciale Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco 2022).
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