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10 Settembre 2025Basket: ottavi di finale del campionato europeo
Una pillola di Sergio Tavčar
Presentare Italia-Slovenia di basket per gente che vive in Italia e ovviamente tifa Italia è sempre un compito difficile e ingrato, inquanto, come forse riuscirete a immaginare, il mio tifo incondizionato, appassionato e viscerale è sempre e comunque per la Slovenia, sia per ragioni più culturali che etniche e anche perché, proprio a causa del fatto di essere nato “minoranza”, sono sempre dalla parte di Davide contro Golia, qualsiasi possa essere il contesto. Onestamente ieri, mentre guardavo la partita fra la Grecia e la Spagna, e sapendo che in caso di vittoria greca “noi” avremmo affrontato l’Italia, mentre nel caso contrario “nostra” avversaria sarebbe stata la Spagna, ho fatto un tifo sfegatato per la Grecia.
Volevo cioè a tutti i costi affrontare negli ottavi di finale l’Italia. Per tutta una serie di ragioni: intanto per vivere un “derby” appassionante e coinvolgente (tanto poi chi vince va comunque a affrontare nei quarti una vera e propria portaerei senza particolari chance di vittoria), e poi perché, conoscendo la mentalità degli sloveni, più vicino, geograficamente, è l’avversario da affrontare, maggiore è la motivazione per fare bene.
Soprattutto contro l’Italia che, volenti o nolenti, rimane nella memoria collettiva slovena quella che per un quarto di secolo ha occupato un quarto del territorio etnico sloveno tentando in tutti i modi di estirpare lingua e cultura e poi, durante la guerra, ne ha fatte di cotte e di crude.
E infatti, se non sbaglio, l’ultima volta che l’Italia ha battuto la Slovenia in una partita ufficiale di qualsiasi livello è stato ai Mondiali in Giappone nel 2006. Per cui, detto in breve dal mio punto di vista, se non si batte l’Italia, non si sarebbe battuto nessun altro dei possibili avversari.

Passando al lato tecnico della sfida un’altra bella notizia è che l’Italia non ha fenomeni sottocanestro (anche se sia Diouf che Niang sono bravissimi giocatori senza però la stazza fisica per fare da piloni non spostabili) e dunque la Slovenia non dovrebbe pagare troppo dazio alla sua statura complessiva non certamente imponente, per cui in definitiva non si vede in quale settore del gioco l’Italia potrebbe veramente mettere in difficoltà la Slovenia che più o meno gioca nello stesso modo con difesa (possibilmente, ma non sempre succede) aggressiva e con un gioco basato sulla corsa e sul tiro.
In più la Slovenia ha Dončić che, come direbbero i calciatori, fa reparto da solo, e che in nazionale ha sempre fatto bene, si è sempre messo alle dipendenze della squadra senza togliere troppi spazi agli altri, anzi, tentando di fare in modo che possano essere in ogni momento della partita consapevoli che nei momenti di bisogno il “boss” ricorrerà a loro.
La buona notizia per l’Italia è che, tolto Dončić, il resto non è neanche paragonabile alla squadra campione d’Europa nel 2017, arrivata a una evitabilissima stoppata dalla finale olimpica del 2021, e fattasi sciaguratamente eliminare nei quarti tre anni fa agli Europei dopo aver vinto un girone nel quale c’erano anche Germania e Francia.
I forti di allora o hanno smesso (Goran Dragić, Vidmar) o sono pieni di acciacchi (Prepelič, Murić, Aleksej Nikolić), i giovani forti stanno marcendo nel basket di college, quelli chiamati in nazionale hanno esperienza più o meno zero se non di campionati più o meno regionali, per cui, tifosi italiani, state tranquilli, l’Italia parte comunque favorita, su questo non c’è dubbio. Se però per la Slovenia c’è in tutto il mondo una squadra sempre battibile, questa è l’Italia. Non dimenticatevelo per non incorrere (per voi, per me sarebbe una specie di estasi nirvanica) in brutte sorprese.
Sergio Tavčar docet
SERGIO TAVČAR Nato a Trieste nel 1950, ha lavorato come telecronista sportivo dal 1971. Conosciuto in tutta Italia grazie alla diffusione di Telecapodistria già negli anni Settanta, acquisì una ancora maggiore popolarità durante gli anni Ottanta, quando assieme a Dan Peterson formò quella che molti appassionati di basket reputano la miglior coppia di commentatori che la pallacanestro abbia mai avuto. È considerato un giornalista controcorrente per le sue posizioni nette, grande amante dello sport basato sulla tecnica e detrattore di quello incentrato sugli aspetti fisico-atletici. Per BEE ha pubblicato L’uomo che raccontava il basket (2022) e I pionieri (2024)
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