
La notte che il Friuli andò giù
25 Novembre 2016
L’utopia di Pasolini
12 Febbraio 2017L’albero capovolto
€14,00
L’agricoltura sociale ha bisogno di pensieri complessi e di sentieri inesplorati. Gettare un seme è facile, averne cura costa certo fatica, ma poi arriva sempre il momento della raccolta. Che darà nuovo seme. Stefano Montello
Collana: camera con vista / 1
Anno: 2016
Formato: 13×20
Pagine: 144
ISBN: 9788899368029
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ll racconto di un’esperienza vissuta dall’autore che, all’interno di una fattoria sociale, da molti anni vive a contatto con l’umanità misteriosa e spiazzante degli utenti che la abitano. Un saggio/romanzo sulla terra, sull’esperienza di lavoro di un contadino, sulla psichiatria e il rapporto tra normalità e anormalità; un racconto fatto di rabbia e poesia che incrocia le parole e le idee di Federico Tavan, Franco Basaglia, Pierluigi Cappello e Henry David Thoreau. L’albero capovolto ci conduce a conoscere “i suoi ragazzi”, autentici nei caratteri, nelle manie, nelle nefandezze come nei gesti di grande generosità; ci porta a comprendere le ragioni della coltivazione di un giardino del dissenso e a riflettere su quale contributo può dare una fattoria per l’affermazione di un’economia che tenti di limare, se non di annullare, le diseguaglianze.

STEFANO MONTELLO Contadino sociale e musicista; dall’età di vent’anni conduce un’azienda agricola di proprietà che gli permette di vivere continuando a suonare e scrivere. Come musicista, è co-fondatore del gruppo friulano FLK e ha scritto testi e collaborato con artisti provenienti dal jazz, dal folk e dalla musica d’autore. L’ultimo suo lavoro con gli FLK è dedicato alla figura del poeta Federico Tavan. Come scrittore ha pubblicato diversi libri, l’ultimo dei quali si intitola Manuale ragionato per la coltivazione dell’orto (Forum, prefazione di Pierluigi Cappello), un manuale sui generis, un po’ trattato filosofico, un po’ divertissement letterario e un po’ manifesto per una nuova vocazione all’agricoltura. Da qualche anno dirige un esperimento di fattoria sociale in provincia di Udine.
1 recensione per L’albero capovolto
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Sabrina Candussio –
Ci sono esperienze che lasciano un segno nelle vite di altri, ci sono storie che qualcuno decide di raccontare e i protagonisti li chiama “spettri” e sin dalle prime righe capisci che ci sta dietro tanto affetto. Anche la casa, prima del loro arrivo, è spettrale, con l’orto abbandonato, le stoviglie gettate malamente fuori, cocci di cose, cocci di vita. In quella terra che sembra solo desolata e inospitale, c’è chi ci vede il luogo della rinascita, di terra e di uomini. E in quel sogno si attiva perché sognare è aprire spirargli di luce, vedere ciò che altri non riescono a vedere, intravedere quello che ancora non c’è, metterci passione e cura. Allora la terra rinasce, il vivente trova spazio nelle opere e nei giorni, nella cura di chi ha visto quel sogno e lo ha reso realtà. C’è un tempo per accogliere chi sta ai margini, l’erbaccia che nessuno vuole vedere, e tempo per dargli un compito nel progetto. C’è un tempo per dare forma ad un albero e raccoglierne i frutti. Allora la rinascita è anche bellezza condivisa e niente è più come prima nelle persone che da essa sono state toccate.