Ci sono storie che ti restano appiccicate addosso, per tutta una serie di ragioni che vanno dalle implicazioni simboliche, storiche e sociali in cui sono maturate e si sono espresse, fino ai significati emotivi e psicologici, spesso reconditi, che sono in grado di evocare. L’operazione Atlantide è una di queste, come ben dimostra il romanzo di Renzo Brollo.
Siamo a inizio Novecento, la guerra non ha ancora investito l’Italia, ma qualcosa sta cambiando: nelle montagne della Valsesia e della Valle d’Aosta si diffonde la voce del ritorno di Pietro il Bandito. Insieme a lui, un gruppo di personaggi fuori dal comune: un poeta, una fotografa, un giornalista socialista e perfino un pellerossa licenziatosi dal circo di Buffalo Bill.