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5 Marzo 2024Tino Mantarro: E Lisbona sfavillava
Un mosaico urbano in forma di reportage
In libreria dal 21 febbraio il nuovo libro di Tino Mantarro, scrittore e giornalista per il Touring Club Italiano, intitolato E Lisbona sfavillava. Un reportage narrativo, che va alla ricerca di tutti quegli elementi, veri o sognati, che contribuiscono al mito della luce di Lisbona.
Dopo aver vissuto a Lisbona da studente, Tino Mantarro continua a tornarci per svelare alcuni dei segreti che questa città nasconde. Per farlo l’autore ha passeggiato lungo le rive del Tago, ha conversato con passanti occasionali, origliato i discorsi sui bus mentre si muoveva per incontrare professori di fisica, ispettori di polizia, meteorologi, comandanti di navi, astronomi, venditori di candele. Si è tuffato nei libri di Antonio Tabucchi e Fernando Pessoa, visitando gli angoli meno raccontati, andando allo stadio da Luz per vedere il Benfica, pagaiando lungo l’immenso estuario.
Avevo camminato tutto il giorno per una città favolosamente decadente, accarezzata da una luce chiara, invadente, che sembrava nascondere le muffe dei palazzi e le magagne dei secoli. Mi ero dissetato di scorci sbilenchi e di piccole birre alla spina, fresche e della misura giusta per ordinarne subito un’altra. Scoprendo fin dal principio quello che c’è scritto su tutte le guide: la città è piena di miradouros, belvedere in cui esercitarsi nella cosa migliore che si può fare a Lisbona, starla a guardare.
"Asino di natura"
Tino Mantarro e il ritorno a Lisbona
“Asino di natura non capisce la propria scrittura”. Me lo dicevano alle elementari quando dovevo leggere qualcosa ad alta voce e tentennavo, incespicando per interpretare i pensierini di un bambino di quarta. Lo ripetevano spesso, mi vergognavo abbastanza, ma non che questo mi sia servito di lezione. Anzi.
Per scrivere questo libro sono tornato spesso a Lisbona, ho incontrato dozzine di persone, alcune utili con cui ho parlato per ore, alcune illuminanti nonostante il quarto d’ora che mi hanno concesso, altre poco utili per non dire inutili, ma comunque tutti sempre gentili come sono i portoghesi. A tutti spiegavo la mia idea, a tutti chiedevo se per loro questa luce di Lisbona fosse davvero così particolare o se fosse una mia fissazione. Da molti, non tutti, ho rubato una parola, un pensiero, una storia o un ulteriore contatto per una chiacchierata. Di tutti però ho annotato le parole e i pensieri su quadernetti neri, numerati Lisboa 1, Lisboa 2, Lisboa 3. Sono tre, formato A5, con la copertina rigida e l’apertura a ribalta, come i bloc notes con gli anelli che usavano i reporter di strada un tempo, gli unici su cui, da mancino, riesco a scrivere, usando penne a inchiostro, gel ink nero di Muji, punta 0.5.
Per me l’unica penna con cui riesco a star dietro ai pensieri e alle parole altrui in modo veloce, parole in portoghese poi. Detto così sembra che uno se la tira, vero, ma con una Bic incespico e la grafia ne risente, se possibile peggiora.
Per scrivere questo libro li ho riletti, ovvio: non prendo appunti in altro modo. E rileggendoli mi sono spesso maledetto, per quanto la mia grafia sia cangiante, arabeggiante e difficile per non dire orrenda, peggio di quella di un medico.
Riguardando i tre quadernetti neri mi è venuta in mente quella frase che ripetevano alle elementari: “Asino di natura non capisce la propria scrittura”.
Alla fine, mi viene da pensare, ho mandato alle stampe un libro solo perché sulle pagine i caratteri tipografici sono chiari, come un libro stampato. Così posso rileggere senza dovermi ogni volta dannare per interpretare quel che ho scritto seduto su una panchina, a Lisbona.
Tino Mantarro
TINO MANTARRO è giornalista, dal 2007 lavora a “Touring”, il mensile del Touring Club Italiano, dove coniuga le sue passioni – storia, geografia, antropologia – con l’opportunità di viaggiare per raccontare il mondo. Appena può si mette in viaggio per vedere tutto quello che si trova a est di Trieste. Ma c’è un unico posto in Occidente dove andrebbe a vivere: il Portogallo. Ha scritto due libri di viaggio, Nostalgistan (2019, Ediciclo) sull’Asia centrale, e L’attrazione dei passi (2023, Ediciclo) un invito a scoprire che cosa c’è oltre le cime. Ha collaborato ad alcune Guide Verdi Touring e a diversi volumi collettivi editi dal Touring Club Italiano.